LECCE – Il britannico Charles Landry è il visionario teorico che ha coniato alla fine degli anni ’80 il concetto di “Creative City – Città Creativa”: le sue riflessioni sono al centro di “The art of creative city making” mostra-evento a cura di Marco Rainò ospitata fino al 31 ottobre, dal giovedì alla domenica (dalle 17 alle 21 – ingresso gratuito), nelle sale di Palazzo Turrisi-Palumbo in via Marco Basseo 16 a Lecce.
Su progetto e design grafico di BRH+ (BRH.IT), con allestimenti a cura di Coolclub e traduzioni di Ian Richard, organizzata da Diffondiamo idee di valore e Conversazioni sul futuro in collaborazione con il Comune di Lecce con il sostegno della Regione Puglia nel Programma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo e, tramite il Teatro Pubblico Pugliese, nella programmazione Custodiamo la cultura in Puglia, la mostra celebra l’impiego dell’immaginazione e della creatività come risorse strategiche cruciali nel processo di cambiamento e rigenerazione delle città, attribuendo loro il ruolo di potenti vettori in grado di influenzare — in modo determinante e in positivo — la qualità di vita degli individui che abitano il contesto urbano. Considerato in maniera unanime un’autorità internazionale sull’argomento, Charles Landry (presente a Lecce per l’apertura ufficiale), dopo aver coniato il concetto di “Creative City – Città Creativa” ha approfondito e ampliato questa nuova definizione attraverso significative riflessioni successive. Le sue intuizioni, formulate attraverso la pubblicazione di numerosi testi, forniscono strumenti originali e innovativi a quanti – mediante iniziative pubbliche o private – intendono ricorrere all’uso dell’inventiva per pianificare il presente e il futuro delle città. Il suo lavoro, sviluppato lungo un arco temporale di quarant’anni, si propone di identificare il potenziale delle comunità urbane, con l’obiettivo di aiutarle a convertire le proprie debolezze in opportunità, sviluppando modelli più autosufficienti, resilienti e competitivi per migliorare la città. Le idee di Charles Landry, costantemente aggiornate ed espresse secondo formule sempre stimolanti, hanno ispirato un movimento globale e cambiato il modo in cui le città riflettono sulle proprie capacità e risorse.
Attraverso una serie di manifesti cartacei, in diverse pose grafiche, l’obiettivo della mostra è quello di creare una storia visivamente sorprendente. Su questi poster, come nel lavoro di Landry, la parola assume il ruolo di vettore utile a innescare ogni ragionamento, dando forma e sostanza ai temi proposti: i testi scritti, sintetici o più densi, sono accompagnati da grafiche e fotografie evocative scattate dallo stesso Landry nel corso della sua carriera e durante numerosi viaggi attraverso le realtà urbane del nostro Pianeta. Immaginati appositamente per Lecce, una serie di poster propone alcuni temi di riflessione potenzialmente cruciali per uno sviluppo equilibrato e creativamente attivo di alcune sue specificità. The Art of Creative City Making by Charles Landry è un esperimento concepito per comunicare una selezionata serie di concetti nel modo più semplice, trasversale ed efficace possibile, con la volontà di renderli fruibili a tutti e invitare ogni visitatore a sentirsi parte di un unico, grande movimento d’azione, di una comunità ampia e diffusa di individui che desiderano vivere in città sempre migliori. L’arte dell’esercizio creativo di “fare la città” è una pratica fondata sull’accrescimento di conoscenze così come sul dialogo e la condivisione: esercitarla attraverso un’azione quotidiana porta a benefici collettivi oggettivi, che valorizzano e fortificano i rapporti tra esseri umani. Essere cittadini, oggi, significa anche assumere un atteggiamento proattivo e un’attitudine partecipativa, mediante i quali rivendicare con orgoglio il proprio importante ruolo di City Maker tra altri City Maker.
«L’efficace creazione di un luogo è un’arte e non una formula; nonostante ciò, alcuni solidi principi possono aiutarci ad articolare meglio una riflessione su questo tema. Ci sono luoghi che ci deludono, rivelandosi sgradevoli piuttosto che piacevoli; alcuni ci fanno sentire bene, altri male; alcuni ci suggeriscono un’apertura e altri una chiusura. In certi luoghi l’atmosfera è sicura e stimola in noi il desiderio di connetterci e socializzare, mentre in altri i nostri istinti tribali vengono a galla proprio quando i cambiamenti intorno a noi sembrano incontrollabili. Mentre il mondo sta diventando sempre più nomade, diversificato e caotico, le persone si chiedono “a quale luogo apparteniamo quando tutto è in movimento?” Qualsiasi tipo di città – come cittadini – può soddisfarci, se le condizioni sono giuste. In primo luogo, ovviamente, gli esseri umani hanno bisogno di sostentamento: di mezzi utili a sopravvivere e di un riparo adeguato. E anche le città in contrazione, che perdono energia, possono tornare a funzionare attraendo nuove risorse, così come gli individui ambiziosi, gli esperti. Nella mostra The Art of Creative City Making by Charles Landry esploro cinque importanti temi che, da molto tempo, sono oggetto del mio interesse. Questi temi riguardano per me alcune delle principali caratteristiche e qualità che sono utili nella creazione di un luogo eccezionale. Sappiamo tutti che ci sono degli ostacoli: che il nostro attuale ordine economico si esprime in modo materialmente espansivo, ostile all’ambiente e socialmente divisivo; che i movimenti di capitale su scala globale possono cancellare il carattere distintivo locale o che le società di sviluppo immobiliare troppo spesso non si preoccupano di produrre qualità. I cinque temi chiave proposti dalla mostra riguardano la possibilità di creare “luoghi di ancoraggio e originalità”, “luoghi di opportunità e ambizione”, “luoghi di connessione e comunicazione”, “luoghi di sostegno e nutrimento” e “luoghi d’ispirazione e immaginazione”. Infine, anche nel percorso di visita alla mostra, ricordo sempre a me stesso che in questa ricerca non sono solo – là fuori ci sono persone fantastiche, progetti e organizzazioni che stanno combattendo le mie stesse battaglie per creare luoghi migliori dove essere e vivere, nei quali tutti possiamo esprimere il nostro potenziale» (Charles Landry).