MOLA DI BARI – Si dice che il pianoforte sia l’unico strumento capace di imitare un’orchestra. Figurarsi se viene suonato a quattro mani, come fanno gli specialisti Sena Fini e Pietro Giorgini, musicisti toscani che vantano perfezionamenti alla Juilliard School di New York con Oxana Yablonskaya e con i fratelli Anthony e Joseph Paratore al Mozarteum di Salisburgo, oltre che un’attività concertistica internazionale caratterizzata dai recital tenuti alla Nichols Concert Hall di Chicago e alla Yamaha Corporation di New York. A loro è stata affidata l’apertura della stagione autunnale dell’Agìmus di Mola di Bari, domenica 10 ottobre (ore 19.30), al Teatro van Westerhout.
I due musicisti presentano un florilegio di quadri musicali a partire dalle «Variazioni sopra un tema del conte di Waldstein» in cui Beethoven rielaborò il chiaroscuro espressivo contenuto nel temino fornitogli dall’amico e mecenate. E quanta eleganza e profondità si possono riscontrare nei successivi tre «Klavierstücke» di Fanny Mendelssohn, sorella del grande compositore tedesco. Seguiranno i «Tre Preludi» composti nel 1926 da George Gershwin, che qui riprese il linguaggio della «Rhapsody in Blue» innestandolo nella tradizionale articolazione veloce-lento-veloce. Eseguiti per la prima volta dal compositore al Roosvelt Hotel di New York nel 1926, fanno parte di un progetto che originariamente doveva contenere 24 preludi di reminiscenza bachiana. Dai Sei duetti op. 11 del 1894 sono, invece, tratti la Marcia russa e il Valzer di Rachmaninov, autore di un ciclo miniature musicali per virtuosi della tastiera da lui stesso eseguite per la prima volta a Mosca con Pavel Pabst, e in tempi moderni diventate un cavallo di battaglia della coppia formata da Martha Argerich e Lilya Zilberstein. Chiudono il programma le «Danze spagnole op. 12» di Moritz Moszkowski, pianista e compositore tedesco di origine polacca che, dopo aver studiato a Breslavia, Dresda e Berlino, esordì come concertista nel 1873, iniziando una fortunata carriera in tutta Europa soprattutto come autore di brillanti pezzi pianistici, quali, per l’appunto, le «Danze spagnole».
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