Giancarlo Moscara. Opere 1955-2019, mostra retrospettiva al MUST di Lecce

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LECCE – Un’immersione nel variegato universo di Giancarlo Moscara, artista e intellettuale che ha portato avanti per decenni la sua indagine pittorica legata all’osservazione e alla partecipazione agli eventi culturali e sociali che hanno accompagnato la storia del paese. L’articolata retrospettiva del MUST, proponendo la sua smisurata produzione artistica, rende omaggio alla figura di Moscara nei vari esiti della sua ricerca che ha saputo declinare anche nei diversi ambiti della sua attività professionale e intellettuale che lo hanno reso noto: la comunicazione d’impresa, il disegno politico italiano e l’attività editoriale dove la sua attitudine di comunicatore deve un grande tributo alla sua arte.

La mostra retrospettiva che apre i battenti il prossimo 16 ottobre negli spazi storici del MUST (Museo Storico della Città di Lecce), riaperto lo scorso maggio dopo i lavori di manutenzione e riallestimento dello splendido complesso monastico di Santa Chiara che lo ospita, rende omaggio, per la prima volta in maniera esaustiva e completa, a Giancarlo Moscara e rende nota a livello nazionale la sua originale ricerca artistica nella sua ricchezza e complessità.

La mostra è realizzata dalla Regione Puglia – Assessorato alla Cultura, attraverso Teatro Pubblico Pugliese e Polo bibliomuseale di Lecce e al Comune di Lecce – Assessorato alla Cultura con il supporto della Casa Museo Moscara e di un comitato scientifico formatosi ad hoc.

Pugliese, classe 1940, scomparso nel 2019, Giancarlo Moscara è un artista visionario, osservatore e interprete dei grandi temi dell’arte e della cultura contemporanea, che si è espresso in linguaggi diversi, dalla pittura alla grafica, dall’illustrazione alla poesia, giocando spesso con la tecnologia e manifestando una straordinaria attitudine di sperimentatore nella scelta di materiali sempre diversi a cui affidare colori e armonie. La sua è stata la vita movimentata di un creativo di successo, tra Bari, Roma e Milano, gli intellettuali dell’Ecole Barisienne, i manager delle grandi imprese e le committenze negli ambiti più diversi. Come quello della comunicazione industriale che lo ha visto, tra gli anni ’70 e ’90, rivoluzionario innovatore dell’immagine di Iri, Eni, Agip, Vorwerk, Olivetti o dell’illustrazione politica – accanto ad Altan, Tullio Pericoli e Alfredo Chiappori tra i massimi rappresentanti in Italia di questa ‘scuola’ – con i disegni/editoriali per il periodico culturale Rinascita e i “Giornali murali” dell’ARCI. Il suo nome è legato anche alla casa editrice De Donato per la quale ha Inventato il volto della collana Dissensi e disegnato centinaia di copertine. Tutto ciò gli ha reso fama a livello nazionale lasciando ai margini della notorietà la sua ricerca artistica – praticata sin dagli inizi degli anni ’60 senza soluzione di continuità, che costituisce il vero e solido fondamento di tutta la sua attività professionale e che il MUST di Lecce, con questa ricca esposizione nelle sue sale al piano terra e al primo piano, intende riportare al suo giusto valore.

La Mostra, il cui progetto curatoriale è affidato alla Casa Museo Moscara/Archivio d’artista Giancarlo Moscara, si avvale del supporto della famiglia dell’artista – la compagna di vita Titti Pece, storica dell’arte e il figlio Marcello Moscara, artista, fotografo e graphic designer – e nasce con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della sua opera restituendole valore e riconoscendo l’importanza e l’influenza che ha avuto nello sviluppo di tutta la sua attività professionale.

Il concept che ispira la costruzione del percorso è stato individuato nella pratica dell’arte come lavoro intellettuale e propone una duplice visione, cronologica e tematica, in grado di presentare da un punto di vista unitario e storico-critico la sua produzione, innanzi tutto nel campo della ricerca e sperimentazione artistica ma anche nell’ambito professionale applicato alla comunicazione e alla editoria pubblica e privata, con una particolare sezione dedicata alla figura di Moscara nella storia delle grafica e del disegno politico in Italia.

Il percorso cronologico si sviluppa dagli anni ’60 (la formazione dell’artista) sino agli ultimi lavori, realizzati nel 2019. L’organizzazione in aree tematiche, supportata da una particolare attenzione all’allestimento, ha lo scopo di coinvolgere direttamente il visitatore nella costruzione di una sua personale mappa emozionale, anche con il supporto di tecnologie innovative (video-installazioni) e fornisce la chiave di lettura per orientarsi nel labirinto di immagini e segni come appare a prima vista la ricca e poliedrica produzione di Moscara.

“Sarebbe stato tanto facile quanto banale – afferma Titti Pece, ideatrice del progetto espositivo insieme al figlio Marcello – un percorso espositivo cronologico se Moscara non fosse stato artista convintamente diacronico, in perenne retour e detour, incline alla variazione sul tema, alla frequentazione di strade maestre ma anche di complanari. Più opportuno quindi, nel visitare la mostra, affidarsi ad alcuni spiriti guida: Asini arpisti, pensatori, cavalieri, il Signor Ambiloquius, dame dai nomi vagamente evocativi e gli indossatori assenti dei gilet e dei panciotti, la collezione d’abbigliamento fantastico che Moscara ha disegnato e confezionato per una moda che non scandirà più il tempo. Affollato bestiario e denso repertorio umano, l’imagerie di Moscara è ricca di viventi in posture ironiche, esitanti, d’attesa, in bilico sulla lama affilatissima del suo pensiero critico”.

Correda l’esposizione il corposo e curatissimo catalogo edito da Moscara Associati Edizioni e realizzato grazie al contributo della Presidenza del Consiglio della Regione Puglia, frutto del lavoro dei curatori e del comitato scientifico, che illustra la mostra nelle sue sezioni con una nutrita selezione di immagini e riporta un’antologia di testi critici tra i quali quelli di Andrea Carandini, Maurizio Vitta, Marisa Dalai Emiliani.

La mostra sarà visitabile sino al 13 marzo 2022. Un’appendice all’esposizione è allestita nella Casa Museo Moscara dove sono raccolti i piccoli formati oltre a una collezione di opere giovanili (oli e disegni) e l’archivio della produzione relativa alla comunicazione industriale.