Boccascena: sabato 5 marzo all’auditorium TaTÀ di Taranto

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Boccascena [ph Paolo Porto]

TARANTO – Un canovaccio teatrale in cui il Gatto (César Brie) e la Volpe (Antonio Attisani) raccontano la loro vita.

 

Un gioco di riflessioni e provocazioni sulla necessità del teatro, sul bisogno e sul desiderio di vita. il cartellone “Periferie”, rassegna di teatro e danza, sabato 5 marzo, alle ore 21 all’auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Boccascena ovvero Le conseguenze dell’amor teatrale” di César Brie e Antonio Attisani, con Antonio Attisani, Giulia Bertasi e César Brie, coproduzione Campo Teatrale / Emilia Romagna Teatro Fondazione (ERT) / Ravenna Teatro. Durata 72′.

 

Due uomini di teatro si incontrano per caso dopo tanto tempo, su un palcoscenico che potrebbe essere una zattera nell’altrove. Non se ne rendono conto, ma una figura – il custode del teatro, un regista, il loro erede?  – li guida nella scoperta di essere stati in qualche modo legati lungo tutto il corso della vita. La loro è stata un’amicizia ruvida, senza compiacimenti né complicità, entrambi seguendo su diverse mappe le tracce di un teatro necessario a sé stessi e agli altri.

 

In questo ritrovarsi ironico e disincantato, l’enigmatico Servo di scena suggerisce e suona i temi privati e universali che hanno interpretato, chissà se bene o male nel corso della loro vita. I racconti dei due diventano un viaggio che li porta a fare i conti con sé stessi, con le differenze tra loro, con visioni e vicende dell’eterno passato, un viaggio che attraversa opere, scuole, maestri, colleghi, amori, colpe, malattie. Memorie ferite.

 

L’esercizio della sincerità è la loro ultima recita costellata di incidenti, una musica incostante nella quale affiorano le conseguenze dell’amore travolgente per un teatro popolato da mille personaggi e specialmente, in quest’ultimo passaggio, dal Gatto e la Volpe, l’anziana coppia che vorrebbe giustiziare simbolicamente quel Pinocchio che è diventato un “bravo bambino”, il vero vincitore nella realtà storica. La scombinata narrazione procede per salti e cadute, da un’allegra insofferenza iniziale all’ultima uscita di scena, uno sconsolato matrimonio.

 

Si tratta di un “gioco teatrale” nato durante il lockdown del 2020. «Scrivere il primo copione è stato un esercizio di amicizia, di fiducia, di confronto e polemica con il mondo, di accordo e disaccordo, un esercizio che ci ha permesso di vivere la solitudine della peste nel calore della creazione. E avere provato nell’illegalità e in clandestinità è qualcosa di cui i due vecchi vanitosi vanno fieri», annotano Brie e Attisani.

 

Cèsar Brie. Fautore di un teatro poetico e politico insieme, l’attore, regista, drammaturgo argentino si è imposto negli anni come una delle voci più potenti del teatro internazionale. A stretto contatto con le molte realtà e i maestri incontrati in una vita passata, per scelta, in esilio, ha prodotto riletture coinvolgenti di classici ed anche intense drammaturgie originali, emozionanti opere corali ed efficacissimi assoli (“Ubu in Bolivia”, “Solo gli ingenui muoiono d’amore”, “Otra vez Marcelo”, “Iliade”, …).

 

Antonio Attisani. Diplomato attore alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Dà vita al Teatro del Sole con Carlo e Iva Formigoni. Dal 1975 al 1981 dirige la rivista “Scena” e il Festival di Santarcangelo nel 1981 e successivamente dal 1989 al 1993. Dal 1992 è professore ordinario di Cultura del teatro all’Università degli studi di Venezia Ca’ Foscari e Torino fino al 2018. È autore di monografie sul teatro tibetano, sul teatro contemporaneo e sul teatro yiddish.

 

Biglietto 12 euro, ridotto 10 euro (under 30, over 65 e – in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese – abbonati del Teatro Comunale Fusco). Info e prenotazioni al numero 366.3473430 (anche whatsapp) in orario di ufficio. Accesso consentito solo con green pass rafforzato e mascherina Ffp2.

 

parliamone | dopo lo spettacolo, la Compagnia incontra il pubblico. Modera la giornalista Marina Luzzi.

 

In esposizione nel foyer la mostra fotografica “Oro Nero – mitilicoltura tarantina tra resilienza e tradizione” di Pamela Barba.

 

Il cartellone “Periferie” – undicesima stagione – è realizzato dal Crest. Con il sostegno della Regione Puglia.