La forza rivoluzionaria del Cantico dei Cantici per inaugurare Strade Maestre

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LECCE –  Sarà uno dei testi più rivoluzionari della storia dell’uomo ad inaugurare STRADE MAESTRE 2018/2019. Il 27 ottobre alle ore 20.45 in scena il CANTICO DEI CANTICI (Fortebraccio Teatro) nella rilettura di Roberto Latini, Premio Ubu 2017 come miglior attore/performer.

 

Innestando la meraviglia inarrivabile del Cantico dei Cantici su una parodia della Voix humaine di Jean Cocteau, Roberto Latini ha composto un canto d’amore toccante e disperato, complici le atmosfere sonore di Gianluca Misiti, Premio Ubu 2017 per il Miglior progetto sonoro o musiche originali, che fa del testo biblico un fluire verbale senza soluzione di continuità.

 

Il Cantico dei Cantici è un canto sopra ogni canto, un testo che è paradigma plurale e singolare dell’amore disperso nei secoli.

Suggestioni, visioni e parole del Cantico si fanno melodia, gesto languido e desiderio: Roberto Latini presta voce a una spontaneità erotica al sicuro da ogni turbamento, che il canone biblico, per comoda adozione, ha attribuito al regno di Salomone, ma che con ogni probabilità si colloca qualche secolo più avanti. Sono righe antiche, che è necessario comprendere nella libertà che hanno di sussistere fuori da ogni interpretazione canonica e tradizionale, una poesia dirompente e mai allusiva, legata all’innocenza, all’estasi e al suo trascendere in sogno.

 

Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi di tutte le letterature. Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e immaginazioni, è uno dei più importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione, astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.

“Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi, smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all’improvviso, col suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo, forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e accompagnano.

Non ho tradotto alla lettera le parole, sebbene abbia cercato di rimanervi il più fedele possibile. Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento, che mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature. Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso, intorno; ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli occhi e, senza peso, a dormirci insieme” Roberto Latini.