MOLA DI BARI – Le grandi opere di Caravaggio, Rubens e altri pittori seicenteschi si animano nei tableaux vivants dei Teatri 35, compagnia attiva da circa vent’anni nel campo della sperimentazione scenica. E raccontano una storia di straordinaria bellezza sulle note barocche di Händel, Pergolesi, Purcell e altri compositori suonate dai solisti della Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli, storica istituzione musicale. È un appuntamento doppio di particolare prestigio quello che l’Agìmus di Mola di Bari propone sabato 2 aprile, alle ore 18 e in replica alle 21, al Teatro van Westerhout, con l’azione scenico-musicale «Caravaggio e i Caravaggeschi», inedito progetto live fra teatro, arti visive e musica nel quale suono, gesto e immagine s’intrecciano in un’armonica e seducente idea di spettacolo.
E se il suono muove il gesto, il gesto crea l’immagine, a sua volta pronta a incarnare la musica. Infatti, i componenti del gruppo Teatri 35 Gaetano Coccia, Francesco De Santis e Antonella Parrella ricostruiscono con i loro corpi i capolavori di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, e di altri artisti legati al suo stile inconfondibile, accompagnati nei movimenti di scena da una colonna sonora eseguita dal vivo dal clarinettista Gaetano Russo e dal soprano Chiara Polese, affiancati dai Solisti della Nuova Orchestra Scarlatti. In questa galleria vivente, in cui vengono incarnati una quindicina di celebri quadri, dalla «Crocefissione di Sant’Andrea» e «San Matteo e l’Angelo» di Caravaggio alla «Giuditta e Oloferne» di Artemisia Gentileschi sino alla «Morte di Cleopatra» di Guido Reni e «Sansone e Dalila» di Rubens, un flusso musicale continuo accompagna i visitatori di questo museo virtuale creato dai Teatri 35, uno spazio ideale nel quale risuonano pagine tratte dallo «Stabat Mater» di Pergolesi, ma anche Concerti di Corelli, Locatelli e Molter oltre alla celebre aria «Lascia ch’io pianga» tratta da quel capolavoro del melodramma settecentesco che è il «Rinaldo» di Händel. Istantanee di un lungo viaggio nella musica e nell’arte introdotto da una sequenza esclusivamente sonora, che accosta suggestivamente due compositori napoletani, uno del Settecento, Francesco Durante, l’altro di inizio Novecento, Mario Pilati, il primo caratterizzato da un appassionato «caravaggismo musicale», il secondo, come ha scritto il grande direttore d’orchestra Gianandrea Gavazzeni, da un moderno «barocco meridionale pieno di estri cantanti e di slanci».
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