MONOPOLI (Bari) – Una donna tradita, che decide di cogliere in flagrante il marito con l’amante, rendendo pubblica la situazione. Una decisione impensabile e rivoluzionaria nella Sicilia patriarcale in cui Pirandello ambienta nel 1916 la commedia ‘A birritta ccu ‘i cincianeddi’, che l’11 marzo alle ore 21 e il 12 marzo alle ore 18 torna sul palcoscenico del Teatro Radar di Monopoli nel riadattamento curato da Francesco Niccolini per la Compagnia Nest.
Il berretto a sonagli – ‘A nomme ‘e Dio, con la regia di Giuseppe Miale di Mauro, è una storia feroce, dove si mette in pubblica piazza l’ipocrisia, l’omertà e il bigottismo della società: non si affronta a campo aperto il tradimento, e il proprio dolore lo si offre a Dio. Un problema reso ancora più grave dall’identità del tradito o, forse meglio, dal pupo del cornificato. Perché se c’è una moglie tradita, ben presto scopriamo che il tradimento avviene con una donna sposata, e quel che è peggio sposata con uno scrivano/filosofo: Ciampa, don Noci nella versione siciliana. Che non ne vuol sapere di passare per ‘becco’. Lui stesso afferma che al mondo tutti sono “pupi”, “perché ogni pupo, signora mia, vuole portato il suo rispetto, non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentare fuori”. E così, quando scoppia la tragedia e la coppia di amanti è colta in trappola, si scatena di tutto pur di arginare lo scandalo. Tutti sono pronti a mentire, dal delegato Spanò che deve raccogliere la denuncia, alla madre e al fratello della sposa tradita, a Ciampa stesso: tutti pronti a chiudere entrambi gli occhi e fare finta di niente.
Nella sua scrittura originale, non casualmente Pirandello decide di scrivere il testo in dialetto girgentino, prima della traduzione in versione ridotta ed ‘edulcorata’ in italiano. Operazione che nel riadattamento viene effettuata all’inverso per un motivo specifico: “Nella nostra Italietta bacchettona e provinciale, questa storia trae dal dialetto la sua più grande verità – spiegano gli autori – la lingua italiana smorza i toni, rende tutto più ovattato. Il dialetto fa esplodere la cattiveria, l’odio e lo scherno. Per questo, quando ci siamo messi a riflette non abbiamo avuto nessun dubbio: era indispensabile ripartire dall’originale girgentino e non accontentarsi di adattarlo e tradurlo in italiano, ma in napoletano. Meglio se una lingua partenopea un po’ invecchiata, non troppo moderna”. In scena Valentina Acca, Mario Cangiano, Giuseppe Gaudino e Adriano Pantaleo.
Gli spettacoli della Stagione serale 2022.23 del Teatro Radar hanno un prezzo di 22 euro per la galleria e di 25 euro per la platea. I biglietti sono disponibili al botteghino del Teatro Radar di Monopoli (via Magenta 71) e online sul circuito Vivaticket.com.