PUGLIA – Fenomeno del pianoforte, imprevedibile e pirotecnico, a partire dai travestimenti di scena, Maurizio Mastrini arriva in Puglia per due date. La prima è in programma venerdì 28 aprile (ore 20.30) a Bari, nella Sala del Mutilato (largo Fraccacreta), per l’inaugurazione della rassegna «Musicaperta» dell’associazione Misure Composte, la seconda è in calendario sabato 29 aprile (ore 21), a Mola di Bari, nel Teatro van Westerhout, per la primavera dell’Agìmus.
L’artista, che sarà accompagnato dal quartetto d’archi Ensemble Hugs formato da Sayko Obori, Terukatsu Komatsu, Giorgia Bartoccini e Cristiano Bellavia, mescola creatività e performance, anche in maniera stravagante: basterebbe ricordare la consacrazione internazionale con la realizzazione dell’album d’esordio «Il mio mondo al contrario», in cui suonava composizioni classiche e originali in modo inverso, partendo dall’ultima, con un riscontro musicale peraltro sorprendente. E ancora oggi, senza sconfessare la propria solida formazione accademica, trasfigura la musica in un linguaggio da campione di ascolti su Spotify.
Giramondo delle sale da concerto, con oltre 750 esibizioni in tutti i continenti, Mastrini presenta il suo più recente progetto intitolato «Hugs», album contenente undici brani dei quali, con creazioni della precedente produzione, proporrà «Butterfly», «Astor», «Galop», «Il balbuziente innamorato», «La mia Africa» e «W la vita». Naturalmente si ascolterà anche «Hugs», il brano che dà il titolo all’album e al tour, un omaggio agli abbracci ed al contatto mancato durante la pandemia, ma anche l’auspicio che russi e ucraini tornino presto a stringersi.
Alla pandemia fa riferimento anche «Butterfly», brano scritto in onore dei tanti camici bianchi periti durante la lotta contro il Covid, mentre «Astor», composto a Buenos Aires nel 2011, com’è facile intuire è un tributo ad Astor Piazzolla, il padre del «tango nuevo» celebrando il quale Mastrini descrive l’atmosfera notturna delle milonghe di Buenos Aires. A sua volta «Galop» è un inno alla libertà, alla quale rimanda la lunga corsa a cavallo evocata dai tasti del pianoforte, così come «Il balbuziente innamorato» tocca corde autobiografiche in ricordo degli anni della gioventù trascorsi a confrontarsi con una timidezza imbarazzante di fronte alla bellezza femminile.
Mastrini ha viaggiato molto e «La mia Africa» è un pezzo composto in Ghana, nella residenza dell’Ambasciatore italiano Favilli, destinatario di questa musica che è anche un omaggio alla purezza e alla dignità del popolo africano, così come «W la vita» è stato scritto a Cuba in onore del suo popolo.