“Vieni a cena con noi?” – Insieme col grembiule per servire l’accoglienza: domenica l’iniziativa solidale in piazza Sant’Antonio

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BARI – Si terrà domenica 14 maggio, alle ore 20.30, sulla piazzetta della parrocchia di Sant’Antonio, “La Cena col grembiule” – edizione 2023, finalizzata a promuovere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà.

L’evento, che gode del patrocinio del Municipio I, è organizzato dalla comunità del Santuario di Sant’Antonio in collaborazione con l’associazione Famiglia per tutti odv, che da 21 anni è al servizio dei minori e delle famiglie in condizioni di disagio promuovendo l’affido familiare come forma privilegiata di aiuto per sostenere il diritto dei minori a crescere in famiglia.

Tutti i partecipanti indosseranno un grembiule come simbolo del servizio e della solidarietà tra famiglie, tra generazioni, tra persone. L’evento è aperto a chiunque lo voglia: per parteciparvi è necessario portare con sé tutto l’occorrente per la cena: tavolo, sedie, posate piatti e bicchieri (no plastica) e …tutta la bontà della cucina di casa per una cena da gustare in compagnia.

“Dopo un lungo periodo di stop forzato, causa pandemia, finalmente si torna in piazza con questo bellissimo momento di solidarietà che contraddistingue il quartiere Madonnella e tutti i suoi residenti – dichiara il presidente del Municipio I Lorenzo Leonetti -. Questa zona del Municipio ha fatto dell’accoglienza e dell’integrazione culturale la sua principale caratteristica: per questo credo che indossare un grembiule come simbolo di disponibilità nei confronti del prossimo rappresenti un bellissimo segnale da trasmettere ai nostri figli perché in loro possa crescere la consapevolezza che una società compatta e solidale può solo far bene a tutti noi e questo ci proietta sempre più verso un futuro migliore”.

“I frati del Santuario di Sant’Antonio sono lieti di accogliere e di partecipare all’iniziativa organizzata dall’associazione Famiglia per tutti in sintonia con tutte le altre associazioni che hanno a cuore le sorti dei componenti della famiglia – commenta padre Giancarlo -. Il nostro tempo tende a disgregare il nucleo familiare creando spazi d’isolamento e di solitudini: due delle tante piaghe della nostra attuale società. Quando la famiglia si sgretola, tutti perdono dignità. Ben vengano, quindi, queste iniziative che offrono momenti di aggregazione e di fraternità. Del resto anche Gesù utilizzava la “pastorale del banchetto” per comunicare, condividere, fraternizzare. Non è un caso che l’Ultima Cena sia stata per noi l’inizio della fraternità in cammino. Ci auguriamo una partecipazione significativa, avvolti dal grembiule per servire e lasciarsi servire. Sarà un paradosso, ma è più facile servire che lasciarsi servire perché tendiamo ad essere autonomi e orgogliosamente indipendenti. “Vieni a cena con noi?” è imparare a lasciarsi servire per servire con umiltà”.

“L’accoglienza è la forma più feconda e generatrice del bene comune – ricorda Angela de Girolamo, organizzatrice dell’evento e presidente di Famiglia per tutti -. Creare reti e legami attorno ai più piccoli e ai ragazzi in occasione dei 40 anni della legge 184/83, per noi, significa rilanciare l’accoglienza familiare attraverso la pratica dell’affido e sostenere la richiesta di istituire, nella data del 4 maggio, la giornata dell’affidamento familiare. In questa occasione vorremmo richiamare l’attenzione sui diritti dei più piccoli e giovani contrastare la visione adultocentrica del diritto alla famiglia per ribadire, nell’ordine della tutela, il migliore interesse dei minori”.

“Partecipare alla festa delle famiglie ha un valore fortemente simbolico in questo contesto sociale e politico – conclude l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, che parteciperà all’evento -. Mai come in questo momento è necessario tutelare i diritti dei bambini e delle bambine, degli e delle adolescenti e con loro le esperienze di affido, accoglienza, adozione, cura e genitorialità in tutte le sue forme, promuovendo le reti familiari, educative, culturali e sociali in un’ottica di comunità educante. Le esperienze di affido, i programmi di accoglienza in famiglie di minori non accompagnati, l’albo comunale di famiglie e adulti accoglienti che abbiamo diffuso in questi anni sulla città sono state testimonianze importanti di solidarietà e gratuità che bisogna potenziare e ampliare affinché la cultura della genitorialità diventi responsabilità e impegno dell’intera comunità”.