C’è il Salento del turismo di massa, quello di mete gettonate e lo località rinomate, e poi c’è il Salento dei pellegrini, che siano pellegrini per devozione o per amore della strada poco importa, perché tutti vengono accolti nella bellezza e nella storia.
Il più famoso santuario del Basso Salento è quello di Santa Maria di Leuca, ma non tutti conoscono il gioiello architettonico che riproduce in scala ridotta proprio il santuario di Leuca, tanto da essere chiamato “Leuca Piccola”.
L’edificio, eretto tra il XVII e il XVIII secolo, si trova a Barbarano del Capo, proprio lungo il sentiero che porta verso il De Finibus Terrae, era l’ultima tappa prima della meta finale e fungeva da ricovero e riparo per i pellegrini.
La semplicità dell’esterno, che presenta una facciata a capanna con pronao in stile neoclassico, contrasta con la ricca decorazione interna.
Lungo le pareti perimetrali una serie di santi, tanto cari ai fedeli e ai pellegrini, accolgono suppliche e preghiere, la parola di Dio riecheggia nella struttura a partire dalla volta, dove si trovano i quattro Evangelisti con la sigla dalla sigla “JHS”, mentre l’effige della Madonna, col suo sguardo benevolo e materno vegliava sui fedeli dall’altare maggiore.
Il catino con l’acqua per le abluzioni si trovava nella Sacrestia, che ospitava anche due confessionali a nicchi in pietra.
Il vano superiore invece fungeva da punto di avvistamento.
Leuca Piccola era ovviamente organizzata per l’accoglienza dei pellegrini con una serie di alloggi, ma anche magazzini che favorivano lo scambio di merci e il commercio.
I pellegrini potevano inoltre ristorarsi nella locanda di cui oggi rimane solo una lapide con incisa la seguente (e sempre attuale) frase: “Parole Poco Pensate Portano Pena, Perciò Prima Pensare, Poi Parlare”.
Tre pozzi garantivano una costante riserva di acqua fresca proveniente dalle “vore” di Barbarano, per dissetare i pellegrini e gli animali che li accompagnavano lungo il viaggio.
di Claudia Forcignanò