PUGLIA – Tradizione, territorio e innovazione: queste, ancora una volta, le parole chiave del festival Di Voce in Voce, la rassegna dedicata alle produzioni musicali originali, organizzata dall’Associazione Culturale Radicanto con il contributo a sostegno della Regione Puglia, dei Comuni di Bari e Bitonto e di Puglia Sounds. Una manifestazione che giunge alla sua XV edizione e che, per l’occasione, dal 23 settembre all’8 ottobre 2023sceglie due luoghi della cultura di prim’ordine della regione, come il Teatro Abeliano di Bari e la Chiesa di San Francesco della Scarpa di Bitonto (via Ferrante Aporti), dove i concerti saranno gratuiti e a libero accesso, fino ad esaurimento posti.
Di Voce in Voce torna, dunque, in Puglia con una ricca programmazione di concerti dal vivo di notevole caratura sul panorama musicale nazionale e internazionale: una musica “non rassegnata” quella della kermesse, di cui spicca la ricerca d’eccellenza tra i generi del folk d’autore e della canzone popolare. Un festival esclusivo che quest’anno festeggia la nascita della Rete Italiana World Music, di cui si fa promotrice.
La programmazione barese, ospitata dal Teatro Abeliano prenderà il via sabato 23 settembre alle ore 20.30con gli spettacoli musicali di The Northern Breeze Trio e Quartetto Areasud. Il primo è un progetto che coinvolge tre artisti attivi nel campo della musica irlandese: Michel Balatti e Tom Stearn – membri dei Birkin Tree, il più importante e riconosciuto gruppo italiano in questo ambito – insieme al grande violinista scozzese Tola Custy. Il repertorio spazia dalle produzioni più antiche, affrontate con uno spirito contemporaneo, a una selezione di reels, jigs e slow airs composte da alcuni dei migliori autori di nuove musiche nel solco della tradizione. Il Quartetto Areasud esegue musiche tradizionali principalmente legate alle culture siciliane e calabresi, senza dimenticare che questi territori sono da secoli al centro del Mediterraneo, “grande brodo” nel quale si cuociono gli ingredienti musicali di popoli che condividono uno stesso destino e una comune identità. Seppure lo strumentario utilizzato sia di esclusiva provenienza tradizionale e ricercato nella selezione dei costruttori migliori, l’esecuzione dei brani non è strettamente filologica, ma lascia spazio all’interpretazione personale e quindi a quel processo di permanente composizione e ri-creazione che è caratteristico della musica di tradizione orale.
Domenica 24 settembre, alle 20.30, sarà la volta di Sarita con il suo concerto A Flor de piel. L’attrice e cantante italo-argentina condurrà il pubblico in un viaggio tra musica e parole che racconti i “Sud del mondo” ed in particolar modo tra l’Italia e la tradizione del Tango e del Sud America, affrontando un repertorio che spazia da composizioni di autori latini di origine italiana come Piazzolla, Magaldi e D’Arienzo al fianco di autori sudamericani come Bola de Nieve, Gomez, Chavela Vargas. Generi di frontiera, epopee sonore legate a filo doppio dalla storia e dalla vocazione poetica intensa. A seguire, sul palco il duo composto dal pugliese Raffaele Casarano – una delle eccellenze del panorama jazzistico made in Puglia – e dal chitarrista, giornalista e conduttore radiofonico di Varese Claudio Farinone: lo spettacolo dal titolo Todo Mercedes sarà dedicato a Mercedes Sosa, da molti definita come la più grande cantante argentina e del Sudamerica del ventesimo secolo. I due musicisti ne evocheranno i suoni, senza osare imitarne la voce ma reinterpretando, stravolgendo, improvvisando, riarrangiando e giocando con lo spirito drammatico e al contempo giocoso dell’opera da lei interpretata.
Si prosegue sabato 30 settembre, alle ore 20.30, con il live show di Enerbia: un viaggio musicale dall’appennino al mare intitolato Serenin, in cui il gruppo musicale manterrà ininterrotto il filo che unisce la musica colta e quella popolare nello straordinario paesaggio sonoro delle Quattro Province , la zona montana di confine tra Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Piemonte , terra di strumenti originali come la piva, l’antica cornamusa dell’Appennino o il magico oboe popolare chiamato piffero. A seguire, sarà la volta dei Radicanto, con un concerto che, in modo poetico, indaga le radici del canto per mare e altri approdi, esplorando la musica del Mediterraneo attraverso la forma “canzone” in chiave d’autore e acustica, dal folk meridionale al fado, alla tradizione sefardita, agli echi del sudamerica.
L’ultima giornata barese del festival, domenica 1° ottobre, vedrà sul palco del Teatro Abeliano i musicisti che compongono l’Ensemble Campo65 esibirsi nel loro concerto dal titolo Il grano, il cielo, il filo spinato, i cui brani traggono traggono ispirazione dai fatti storici e dalle suggestioni provenienti dal campo militare di 31 ettari allestito dal fascismo tra Altamura e Gravina in Puglia. Il lavoro è dedicato all’assenza della propria libertà nell’innaturale prigionia a cui sono stati sottoposti 12000 ragazzi provenienti da ogni parte del mondo. Successivamente, sul palco il gruppo Khasal Trio, gruppo musicale triestino che si esibirà in un concerto di musica klezmer cioè la musica degli ebrei che abitavano e vivevano già dal 16 Sec. D.C nell’Est Europa.
Non solo Bari, però, per il festival Di Voce in Voce che, sabato 30 settembre alle ore 18 nell’Auditorium di Villa Jannuzzi a Mariotto e domenica 1° ottobre alle ore 18 nell’auditorium della parrocchia Maria Santissima Immacolata di Palombaio, vedrà andare in scena lo spettacolo di teatro d’autrice Fiabe Rovesciate, dell’attrice Elisabetta Tonon insieme a Marzia Colucci. Un racconto teatrale per bambine e bambine divertente, interattivo e coinvolgente. Le fiabe rovesciate nascono per far riflettere – giocando al teatro – sulle pari opportunità, l’inclusione e il rispetto di tutte le differenze. Il racconto è messo in scena da due attrici che coinvolgono anche i bambini e le bambine del pubblico in alcuni momenti della performance, improvvisando insieme a loro.
Il programma musicale proseguirà, invece, nella Chiesa di San Francesco della Scarpa dove, venerdì 6 ottobre alle ore 20.30, il duo romano di Chiara Casarico (Chiara Casarico voce e chitarra e Desirèe Infascelli alla fisarmonica) si esibirà in un concerto spettacolo omaggio a Rosa Balistreri dal titolo Rosa canta e cunta. A seguire, sul palco Maria Moramarco Ensemble con lo spettacolo musicale C’ere e ‘ngere, che racconterà attraverso il canto di tradizione dell’Alta Murgia Barese le ancestrali storie del popolo delle pietre.
Il giorno dopo, sabato 7 ottobre alle 20.30, sarà la volta del Claudio Prima Trio: musicista salentino dedito da anni alla ricerca delle musiche di confine, Claudio Prima è già protagonista di numerosi progetti di sperimentazione e contaminazione del repertorio tradizionale del Sud Italia e più in generale del Mediterraneo. In questo concerto inedito la sua voce e il suo organetto ripercorreranno brani della tradizione salentina e nuove rotte mediterranee, lungo le quali la musica tradizionale rivive e si nutre di una nuova linfa. A seguire, sarà ancora una volta il momento dei Radicanto con il loro concerto di indagine delle radici del canto.
Infine, domenica 8 settembre alle ore 18, sul palco si esibirà Davide Ceddia con Vorrei dire la mia: un brillante e coinvolgente spettacolo di Teatro-Canzone dove brevi monologhi e storie provenienti dalla tradizione popolare faranno da introduzione a canzoni d’autore inedite. Sussurrate e intense melodie si alterneranno a fantasiose e personali riflessioni ironiche svelate in maniera originale e divertente. A chiudere la rassegna, subito dopo, sarà Enrico Fink Ensemble: una delle principali voci del mondo ebraico italiano, il toscano Enrico Fink si farà interprete originale della tradizione mediterranea, per proporre in una veste trascinante e coinvolgente i canti italiani per le feste ebraiche, che raccontano una lunga storia di interazione e scambio con le tradizioni popolari e colte italiane ma che mantengono una identità e un carattere tutto loro.
IL FESTIVAL
Da quindici anni il festival “Di Voce in Voce”, organizzato e diretto dall’associazione culturale Radicanto, punta a riscoprire i contatti e i confini che si snodano attraverso le regioni pan-mediterranee in un percorso affascinante e diacronico, unite da un vento che sa parlarci di tradizione e innovazione, di continuità e modernità, dalla musica antica alla tradizione meridionale, dal canto a distesa alla polifonia pugliese, dai ritmi cadenzati agli spigoli dei tempi balcanici.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti