TARANTO – Vincitore del premio speciale «Giovanni Paisiello Festival» all’ultima edizione dell’International Piano Competition «Arcangelo Speranza», il trentacinquenne pianista coreano Dong-Wan Ha si esibisce per la manifestazione diretta da Lorenzo Mattei che celebra il grande operista tarantino. Il recital è in programma martedì 17 ottobre (ore 20, ingresso libero), a Taranto, nel Salone degli Specchi di Palazzo di Città, dove Dong-Wan Ha eseguirà non solo musiche del «genius loci», ma anche di Haydn, Mendelssohn, Chopin, Liszt, Debussy e Bartók.
Organizzatori del Giovanni Paisiello Festival con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Puglia, della Provincia e del Comune di Taranto, nonché del Conservatorio Paisiello, gli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” di Taranto curano da sessant’anni anche uno dei più importanti concorsi pianistici internazionali, dal quale sono usciti giovani talenti gratificati di una radiosa carriera. E va considerato che, quando brillava l’astro di Paisiello, il pianoforte muoveva i suoi primi passi grazie a vari costruttori che, dietro l’invenzione di Bartolomeo Cristofori all’inizio del Diciottesimo secolo, stavano perfezionando le tecniche costruttive. Gottfried Silbermann sperimentò la possibilità di alzare gli smorzatori per permettere alle corde una vibrazione libera mediante due leve manuali ai lati della tastiera. Luigi Borgato e altri cembalari attuarono successive migliorie in anni che vedevano trionfare con l’uso del fortepiano un ulteriore modello di strumento a corde percosse.
Dunque, non è semplice legare al pianoforte moderno un repertorio dell’epoca paisielliana senza mutarne il timbro e l’espressività. Nonostante ciò, il programma proposto da Dong-Wan Ha, vincitore dello speciale premio «Giovanni Paisiello Festival» durante la sessantesima edizione del Concorso pianistico «Speranza», nella sua prima parte porta sul colore di un moderno pianoforte a coda le delicate nuances dei rondò che Paisiello ideò in Russia per il timbro del fortepiano, lo stesso cui pensava Haydn quando scrisse la sonata in Si minore (la n. 32 secondo il catalogo Hoboken). E se il Rondò capriccioso op. 14 di Mendelssohn, scritto nel 1828, risente ancora di un mondo galante ormai scomparso, del quale ricrea il gusto per virtuosismo e arte dell’abbellimento, la Barcarolle di Chopin, del 1845, allude ancor più da lontano alle forme di un rococò quasi smaterializzato, aprendo la strada alla fantasia di Debussy che tanto trasse ispirazione dal mondo del Settecento. Il puro pianismo romantico viene invece omaggiato con la Parafrasi su Rigoletto di Liszt, quello neoclassico con la Sonata di Bartók.