Il Salento, come del resto l’intera Puglia, è una terra ricca di storia, di leggende e di misteri che spesso nemmeno chi vi abita conosce perfettamente. Proteso come un ponte verso l’Oriente, funge da landa di collegamento fra le sponde dell’Adriatico, assorbendo da tempo immemorabile tradizioni, costumi, usanze di varie popolazioni nel tempo avvicendatesi, anche per breve tempo, e che hanno lasciato le loro indelebili impronte sul territorio. Prima di Roma qui abitavano Calabri e Salentini, popolazioni di origine iapigia, strettamente connesse fra loro, al punto che i Greci li accumunarono sotto il nome di Messapi, abitanti di quell’area da loro definita Messapia, che significa: Terra fra due Mari.
In aperta campagna, fra i comuni di Castrì, Vernole e Melendugno, per la precisione lungo la vecchia strada che collega quest’ultimo centro con Calimera, una piccola via sterrata piena di rovi, conduce ad una radura dove si erge una delle strutture più misteriose della zona: Il Castello o Complesso Ciclopico Rupestre. Si tratta di una tipologia di costruzione totalmente sconosciuta ed inusuale nel Salento, in parte simile ai nuraghi sardi di Barumini o di Tharros, ma anche paragonabili alle mura di Tirinto, antica città dell’Argolide, in Grecia.
Si tratta di una muraglia munita di piccole finestre nella parte superiore, che si unisce ad una torre troncoconica a pianta circolare, leggermente protesa all’infuori, probabilmente con funzioni difensive del complesso. Ulteriori locali addossati alle mura completano la struttura. La suddetta torre, inoltre, risulta munita di una feritoia che consentiva l’illuminazione interna, oltre a fungere da piombatoio con compiti sempre difensivi. Ai lati opposti si collocano due dolmen parzialmente sottoposti al suolo, fra i quali si colloca una struttura a tolos [Nel mondo antico, costruzione circolare, come i grandiosi ipogei con corridoi e pseudo-cupola ogivale della civiltà micenea (per es., Tesoro di Atreo a Micene); questo tipo di struttura si riscontra in altre civiltà preistoriche (nuraghi sardi), in età storica in tombe di aree greche periferiche (in Sicilia a S. Angelo Muxaro e a Tapso), in tombe etrusche (così a Quinto Fiorentino), in cisterne e granai. Enciclopedia Treccani]. Si trattava probabilmente di un furnieddhru, un piccolo forno che, inoltre, permetteva la conservazione delle provviste ed il riparo per la gente.
Le origini di questa struttura restano misteriosamente avvolte nelle pieghe del tempo, di sicuro però tale vestigia merita un maggiore riguardo, trattandosi dell’unica costruzione nuragica salentina.
di Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena. Ha conseguito il Diploma Universitario in Scienze Strategiche presso l’Università di Modena e Reggio.