A Triggiano la band Berberè canta la musica, la tradizione e la vita dell’Africa

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TRIGGIANO (Bari) – Domenica 10 dicembre al Palazzo Rubino di Triggiano l’associazione Al Nour, diretta da Angela Cataldo, all’interno della rassegna del festival “Ya Salam”, proporrà il live del progetto musicale Berberè, composto da Marialuisa Capurso in voce, Domenico Lopez alla chitarra e Cesare Pastanella alle percussioni, incentrato sul canto nero, quello delle voci berbere e della musica gnawa.

Il nome di questa formazione prende spunto da un mix di spezie utilizzato nella cucina Africana che si ottiene miscelando ingredienti di diversa provenienza. Così è la musica di Berberè, di matrice africana con influenze europee del pop rock e del folk, delicata e decisa come la spezia, calda e pungente. Il messaggio contenuto nella musica è politico e ha la voce di alcune donne, grandi artiste attiviste, militanti come Omou Sangare, Rokia Traorè, Fatoumata Diawara, Abbey Lincoln e alcuni compositori come Salif Keita, Ayub Ogada. rappresentanti di alcuni stati dell’Africa, come Mali, Algeria, Senegal, Capo Verde. I Berberè propongono le canzoni queste cantanti, oltre a composizioni originali realizzate dalla band. Le tematiche affrontate sono quelle sulla natura dei rapporti umani, sulle lotte quotidiane contro la disuguaglianza, i soprusi, la disperazione di popoli colonizzati e che quotidianamente vivono in guerra., il razzismo, la grassofobia e la violenza sulle donne. Tuttavia, emergono in questa musica la bellezza e la gratitudine verso una terra meravigliosa che nonostante tutto continua a splendere, le sonorità della musica mediterranea, le interessanti stratificazioni poliritmiche, le voci e la solarità delle pentatoniche.

Attraverso la nostra musica lanciamo un messaggio preciso – ha affermato la cantante Marialuisa Capurso – che è quello di dar voce ai più deboli, sempre. In un momento come questo, la musica e chi la fa, ha una grande responsabilità di dar voce a chi non può parlare, di portare messaggi di pace, messaggi di bellezza”.

Il viaggio musicale proposto avrà inizio con la sacralità di canti degli Orixa, divinità appartenenti originariamente alla mitologia dei popoli dell’Africa occidentale. Saranno, poi, interpretati alcuni canti dedicati alle divinità afrobrasiliane, e successivamente saranno eseguiate composizioni di artiste che raccontano del dolore di madri che vedono i loro figli fuggire dalla guerra, o che narrano di storie quotidiane di soprusi di disuguaglianza.