BARI – La natività attraverso l’arte, per dare luce al legame tra fede e bellezza.
Per l’intero periodo natalizio, la cappella del Castello svevo di Bari avrà un ospite illustre: la “Natività” di Pietro Negroni detto “Lo Zingarello”.
L’opera, olio su tavola, databile intorno alla metà del Cinquecento, che fa parte del nucleo di collezioni della Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna“, rappresenta un’inconsueta iconografia: è san Giuseppe a mostrare il Bambino discostando il panneggio e non la Madonna, dettaglio probabilmente dovuto alla maggiore attenzione riservata al culto del santo in quell’epoca.
Questa stessa composizione, sebbene rovesciata, si ritrova nella Natività che il Negroni realizza assieme a Girolamo Cardillo per la chiesa di san Domenico di Aversa. In entrambe si ritrova la medesima disposizione del lenzuolo su cui giace Gesù bambino, la presenza degli angeli musicanti e lo sfondo campestre. Anche questa natività, come tutte le opere del Negroni, non nasconde le influenze del Polidoro da Caravaggio.
«L’opera dalla grande vitalità espressiva – commenta il delegato alla Direzione regionale Musei Puglia, arch. Francesco Longobardi – seppur ospite temporaneo della piccola cappella dalle forme classiche del Castello di Bari, si integra perfettamente con l’ambiente, favorendo una maggiore immersione nell’atmosfera natalizia. L’iniziativa diventa anche occasione per avvicinare i visitatori del maniero barese all’intera raccolta in cui la “Natività” del Negroni rientra: oltre472 opere tra dipinti e disegni databili dal XVI secolo al XX secolo, di cui 253 attualmente esposte nella Galleria “Devanna” di Bitonto».
Inoltre, il Castello di Bari quest’anno sarà eccezionalmente aperto anche il giorno di Natale, dalle 9.00 alle 13.00.