TRIGGIANO (Bari) – Indagare il lato nascosto e oscuro delle storie per poi raccontarlo, attraverso un registro comunicativo ironico e dall’acuto e profondo sarcasmo. Un modo per togliere simbolicamente dal silenzio e dunque portare alla luce il fenomeno della violenza di genere e le dinamiche tramite le quali quest’ultima si manifesta ancora nella nostra società e, in particolar modo, tra le mura domestiche. È questo l’intento di Per tutta la vita | Para toda la vida, la mostra fotografica diffusa dell’artista argentina Silvia Levenson a cura di Manuela De Leonardis e con la Direzione artistica di Annalisa Zito direttrice della Fondazione Pasquale Battista, che da sabato 4 maggio a domenica 28 luglio 2024 sarà ospitata dai vicoli del centro storico di Triggiano (BA). Un percorso espositivo e narrativo che dialogherà con il tessuto urbano e architettonico, mettendosi in comunicazione con la comunità cittadina per lanciare in maniera efficace e capillare il suo messaggio di stop alla violenza.
La mostra è promossa e finanziata dalla Regione Puglia, dal Comune di Triggiano e dalla Fondazione Pasquale Battista, nell’ambito della manifestazione “Capaci di Legalità” e degli eventi dedicati alla commemorazione dell’agente scelto della Polizia di Stato Rocco Dicillo vittima di mafia, gode del Patrocinio dell’Ordine degli Architetti PPC di Bari dell’Accademia di Belle Arti della Città di Bari e sarà inaugurata sabato 4 maggio con un incontro con l’autrice e la curatrice che si terrà alle ore 19.00 in Largo Mercato. Sarà inoltre disponibile il catalogo della mostra Per tutta la vita | Para toda la vida, edito dalla Fondazione Pasquale Battista e pubblicato in lingua italiana e inglese. Nella prefazione del Catalogo il Presidente della Fondazione, Flavio Augusto Battista, scrive: “Le opere dell’artista, già esposte in numerose realtà museali internazionali e ospitate in importanti collezioni private, sono testimonianza di un dialogo intenso tra materia e significato, tra forma e contenuto. Attraverso la trasparenza e la fragilità del vetro, Silvia Levenson ci invita tutti ad esplorare la vulnerabilità della condizione umana esposta a violenza, iniquità e traumi sociali”.
Dopo il successo delle mostre fotografiche diffuse Memoria senza indulgenza di Tony Gentile, a maggio del 2022, e Nûr/Luce/ , di Maïmouna Guerresi a settembre del 2023, prosegue e si rinsalda la collaborazione tra la Fondazione Pasquale Battista, il Comune di Triggiano e la curatrice Manuela De Leonardis, attraverso un progetto artistico che sceglie, ancora una volta, gli edifici e gli arredi urbani del centro storico come naturali strutture espositive e di racconto, articolandosi lungo le strade del borgo antico di Triggiano (BA) a partire da Via Garibaldi e proseguendo in Largo Mercato, Via del Castello, Via Nitti, Via Forno Grande, Via degli Orti e Via Carroccio.
Composta da 16 scatti, Per tutta la vita | Para toda la vida è una mostra fotografica che documenta le opere che Silvia Levenson realizza con il vetro, materiale da lei molto amato per la sua natura ambigua, fragile e pericolosa. Scatti che ritraggono installazioni o sculture ospitate da ambientazioni quotidiane e casalinghe, in cui domina tuttavia il concetto dell’ambivalenza tra ciò che è e ciò che, invece, appare. E ancora, la proiezione di una video-performance che, attraverso l’elemento della rottura di un materiale tanto delicato quanto casalingo come i piatti di ceramica, invita ad una presa di posizione attiva, di rottura, appunto, dell’ipocrisia e dell’omertà che ancora oggi circonda il tema della violenza domestica. Una forma di comunicazione quasi pubblicitaria, pensata proprio con l’idea di “giocare” con la potenza evocativa del messaggio, aggirandone la retorica.
Attraverso un lavoro di oltre trent’anni incentrato sull’utilizzo del vetro, come scrive la curatrice Manuela De Leonardis, “Silvia Levenson indirizza l’attenzione dell’osservatore sul lato B delle storie, quello meno evidente. Si tratta di questioni che interferiscono con visioni spesso edulcorate e stereotipate (anche per questo non reali), proprio per la loro dissociazione e lontananza dal vissuto. Per tutta la vita è l’opera iconica che incarna questo concetto: una bomba a mano rosa sulla sommità di una torta nuziale. Il tutto realizzato con una fusione del vetro a cera persa. C’è dell’ironia, naturalmente, nel mettere in relazione un oggetto “fuori luogo” (la granata) al dolce della festa di matrimonio. Il cortocircuito visivo genera un’altra lettura iconografica che riguarda l’amore, il rapporto di coppia, l’intimità domestica lì dove l’happy ending non è così scontato e prevedibile”.
Attraverso l’ironico utilizzo del colore rosa, immediatamente associato al genere femminile, la poetica dell’artista si traduce in denuncia di tutte le forme di violenza contro le donne basate sul genere: da quella psicologica a quella fisica e sessuale, dallo stalking al matrimonio forzato, dalla mutilazione genitale femminile alle molestie e alle discriminazioni. “Silvia Levenson – spiega ancora la curatrice – focalizza l’attenzione su tutto ciò, mettendo a nudo le relazioni umane e la sfera delle emozioni con una ricerca in cui l’etica è strettamente legata all’estetica. La stessa artista porta con sé il bagaglio di esule – nata e cresciuta in Argentina, ma costretta a lasciare il suo paese nel 1980 a causa della dittatura militare – testimone anche di quella violenza domestica talvolta subliminale così comune anche nell’ambiente rurale argentino, subita dalle donne della sua famiglia. Quel senso di precarietà, dislocamento, inadeguatezza permea inevitabilmente tutto il suo lavoro”.
“Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono oltre 12 milioni le donne tra i 18 e gli 84 anni che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica – dichiara la Direttrice artistica Annalisa Zito –. Di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici, all’interno di contesti domestici e familiari. Ed è pari al 57% la percentuale di vittime che dichiarano che i propri figli hanno assistito agli abusi. Attraverso la mostra “Per tutta la vita/Para toda la vita” intendiamo contribuire ad una riflessione critica sulla violenza contro le donne come fenomeno di matrice patriarcale legato alla violazione dei diritti umani. Silvia Levenson – prosegue Annalisa Zito – attraverso la sua poetica degli oggetti quotidiani e l’uso del vetro come metafora della fragilità e delle pericolosità delle relazioni umane, ci invita tutti alla responsabilità e alla ribellione. E lo fa adottando la cifra stilistica dell’ironia, ironia che a volte nelle sue opere diventa talmente corrosiva da turbare profondamente e indurre ad un processo di guarigione e trasformazione”.
Silvia Levenson è nata a Buenos Aires nel 1957 e vive in Italia dal 1980, dove è emigrata a causa della dittatura militare argentina. La maggior parte delle sue opere e installazioni sono realizzate in vetro, un materiale fragile e allo stesso tempo resistente, che le permette di isolare e congelare il quotidiano per esaminarlo e trasformarlo. Un lavoro che si basa sull’evidenziare ciò che è invisibile o che non si vuole vedere. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche internazionali tra cui: Coleccion Casas de las Americas, Cuba; Chrysler Museum of Glass, Norfolk, USA; Fine Art Museum, Houston, USA, Minneapolis Institute for Arts, Minneapolis, USA; Musée du Verre, Sars Poteries, Francia; Museo Provincial de Bellas Artes, La Plata, Argentina; Museo del Vetro di Murano, Venezia; Museo delle Arti Decorative – Castello Sforzesco, Milano; National Glass Center, Sunderland. UK; New Mexico Museum of Art, Santa Fe, USA; Tikanoja Art Museum, Vaasa, Finlandia. Tra le mostre personali recenti: 2024 – All you can hit, a cura di M. Sgarra, Dr Fake Cabinet, Torino; 2023 – So much love and compassion, Alexander Tutsek Foundation, Monaco, Germania; Workout per la distruzione del patriarcato, performance e video con Natalia Saurin, Palazzo Reale, Milano; Mi sento un pò strana, Escola Massana, Barcellona, Spagna; 2022 – Ni una menos, con N. Saurin, Palazzo Nobiliare, Cesano Maderno (MI); Sottovetro, a cura di R. Zelatore, Biblioteca di Celle Ligure; Tea Room: the better to see you… RoFa Projects, Maryland, USA; Basta/ Enough, Ambasciata Argentina, Washington DC; 2020 – Il luogo più pericoloso atto II con N. Saurin, Piazza del Duomo, Milano; A kind of magic, a cura di A. Redaelli, Punto Sull’Arte Gallery, Varese; Ni una menos con N. Saurin, a cura di M. De Leonardis, Casa Argentina, Roma; 2019 – Il luogo più pericoloso atto I, installazione con Natalia Saurin, Palazzo Vecchio, Firenze; 2018 – Identidad Desaparecida, Museo memorial, Repubblica Dominicana.