CITTA DEL CAPO – Sabato 1 dicembre con un concerto al Jazz in the Native Yards di Gugulethu, a pochi chilometri da Città del Capo, si conclude il tour sudafricano di presentazione di Maletiempu, terzo progetto discografico del duo composto dalla cantante Rachele Andrioli e dal fisarmonicistaRocco Nigro. Dopo Maldimè e Malìe si rinnova, infatti, la collaborazione tra la Dodicilune e il duo salentino. Il disco – distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store online da BelieveDigital – è prodotto, come i precedenti, da Eraldo Martucci e dalla Dodicilune di Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti per Fonosfere, collana editoriale dell’etichetta salentina. L’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria ha organizzato, in collaborazione con Uasc, una tournée che ha toccato diverse città dove il duo si è esibito sia nel proprio repertorio, principalmente attinto da Maletiempu, che in collaborazioni con artisti locali. Dopo le tappe a Pretoria, Krugersdorp, Sandton, Sasolburg e nel consolato di Città del Capo, ultimo live durante il festival itinerante Jazz in the Native Yards, con la partecipazione di
L’affiatato duo continua a far rivivere con sensibilità moderna i canti della tradizione del Sud Italia, non trascurando però di fornire il proprio personale e originale apporto. Il disco comprende, infatti, tre inediti (“Maletiempu”, “Occhi”, “Zumpettana”), sei brani provenienti da varie tradizioni regionali (“Nunna Nanna”, “Tanti Suspiri”, “Janni Dell’Uorto”, “Lu Cunigghiu”, “Tempesta”, “Ninna Nanna”), “Cosa Sono le nuvole” di Pierpaolo Pasolini e Domenico Modugno e “L’attesa” del cantautore salentino Massimo Donno, tra gli ospiti del disco con Giuseppe Spedicato (basso acustico), Vito De Lorenzi (duff, tabla, daire), Massimiliano De Marco (voce) e Valerio Daniele (chitarra elettrica). “In questa nostra quotidianità si osserva il ruolo cruciale dell’emigrazione. Si apprende attingendo al passato, per poterlo proiettare verso un futuro incerto”, sottolinea nelle note di copertina Eraldo Martucci, produttore e critico musicale. “Traspare ancora il naturale istinto di conservazione delle proprie tradizioni. Ci si sposta verso un altro territorio, ma si conservano le sfumature ed il sapore del proprio luogo d’origine. Tutto questo ci conduce verso la più semplice delle consapevolezze: anche lontani dalla propria terra, ci si circonda ancora di ciò che ricorda o richiama la propria casa. E proprio l’arte, in questo caso quella dei suoni, appare come ciò che ha sempre costituito un linguaggio universale: la voce, gli strumenti musicali e le note viaggiano da secoli. È un viaggio non solo verticale, con la trasmissione del proprio patrimonio da una generazione all’altra, ma che investe anche un’insolita mobilità orizzontale, nello spazio, da un paese all’altro”, prosegue Martucci. “Ed è quello che accade soprattutto nei canti popolari, in cui la distanza di secoli e luoghi viene annullata come per incanto, ritrovando ancora una volta nuova e fresca vita grazie alla voce di Rachele Andrioli ed alla fisarmonica di Rocco Nigro. Tutte le tracce presenti in questa produzione risentono dell’esperienza che il duo ha vissuto in questi anni fuori dal territorio, confrontandosi con le realtà locali incontrate nel percorso. Una sorta di “emigrazione” che ha loro consentito di portarsi il proprio habitat, e di implementarlo però dall’incontro con le altre culture. Una casa musicale mobile, dunque, ricca ovviamente della musica popolare meridionale e salentina in particolare”.