TARANTO – Il 12 novembre Aperitivo d’Autore ospiterà Pablo Trincia, uno dei narratori più emozionanti e coinvolgenti dei nostri tempi. Con la sua penna e la sua voce, non solo ha rivoluzionato e fatto esplodere il fenomeno dei podcast in Italia, ma è riuscito a entrare nella mente e nei cuori del pubblico come uno dei più iconici storyteller di oggi. L’appuntamento è alle 19.30 a Taranto, in quello scrigno di storie che è il teatro TaTÀ.
Come sempre, il format di Volta la carta si aprirà con l’enogastronomia del nostro territorio in cui stavolta saranno protagonisti il food de Le Vetrine del Gusto e i vini di Feudo Croce (Tinazzi). L’ingresso è con ticket esclusivamente in prevendita sul circuito Postoriservato al link https://bit.ly/4fb4ON2 e nei punti vendita autorizzati Postoriservato. Per informazioni: 380.4385348 – aperitivodautore@gmail.com
Dopo aver raccontato tante storie degli altri, con il libro Come nascono le storie. Il mio viaggio nell’arte di raccontare (Roi Edizioni) Trincia per la prima volta ci svela gli elementi e i processi che utilizza per dare vita alle sue inchieste e a tutti i suoi lavori, e ci permette di sbirciare dietro le quinte del processo creativo delle sue narrazioni di maggior successo degli ultimi anni. Nel fare questo, però, l’autore si è reso conto che, se voleva capire davvero cosa lo ha portato a fare il lavoro che fa nel modo in cui lo fa, avrebbe dovuto riaprire dei cassetti della sua storia chiusi da troppo tempo e fare i conti con alcuni traumi irrisolti del passato. Pablo Trincia a Taranto dialogherà con Vincenzo Parabita, direttore artistico di Aperitivo d’Autore.
L’AUTORE
Nato a Lipsia nel 1977, Pablo Trincia è il giornalista e autore italiano che per primo ha fatto scoppiare il fenomeno podcast in Italia con il grandissimo successo di “Veleno”, una audio serie investigativa di enorme successo, pubblicata in otto puntate sul sito de La Repubblica. L’inchiesta ha riaperto il caso dei Diavoli della Bassa Modenese, uno dei più oscuri e controversi della cronaca giudiziaria italiana. Al primo podcast sono seguiti “Buio”, “Il dito di Dio – Voci dalla Concordia”, “Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps”, “Sangue Loro – Il ragazzo mandato a uccidere” e il recentissimo “E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano”. Autore televisivo, ha collaborato con i principali network italiani, tra cui SKY, Rai, Mediaset e Discovery. “Come nascono le storie” è il suo quarto libro. In precedenza erano usciti “Veleno, una storia vera” (Einaudi, 2019), “Romanzo di un naufragio. Costa Concordia: una storia vera” (Einaudi, 2022) e “Se non muoio domani. Viaggio di tre ragazzi migranti” (De Agostini, 2024), suo esordio nella narrativa per ragazzi.
IL LIBRO
Come nascono le storie? Prima di tutto c’è uno sguardo, quello di un narratore capace di cogliere gli intrecci di vite, sentimenti e misteri che si celano dietro ogni persona, luogo geografico o, persino, in un semplice albero. Poi c’è l’istinto del cacciatore, il lavoro meticoloso di ricerca delle fonti, quelle che svelano i segreti di una vicenda e le emozioni dei protagonisti. Infine, c’è la voce, il mestiere, la capacità di dare ritmo, colore e di rendere la storia interessante per chi legge, guarda, ascolta. Pablo Trincia ha rivoluzionato e fatto esplodere il fenomeno dei podcast in Italia ed è entrato nella mente e nei cuori del pubblico come uno dei più iconici storyteller di oggi. Ma stavolta, dopo aver raccontato tante storie degli altri, gira per la prima volta lo sguardo su di sé, apre alcuni cassetti della sua vita chiusi da troppo tempo e fa i conti con alcuni traumi irrisolti del passato. Un viaggio intimo nell’arte di raccontare che passa da Lipsia, Milano, Londra e Teheran.
LA LOCATION
Acronimo di Taranto Auditorium Tamburi, il TaTÀ è la casa del Teatro Crest, che dopo 30 anni di lavoro teatrale da nomadi dal 2009 dispone di 2.000 metri quadrati di teatro da abitare, nel quartiere popolare e operaio per eccellenza di Taranto, ovvero il più contiguo alle svettanti ciminiere Ilva. Un teatro che vuole essere polo di attrazione per artisti italiani e stranieri, diventando modello di mediazione tra il teatro e le altre forme di comunicazione/creazione, quali la scrittura, la pittura, il video, la danza, la musica. Un teatro sempre aperto, sia alla produzione di spettacoli che all’ospitalità di altre compagnie teatrali, che unisce proposte di formazione, incontri e laboratori per le scuole, percorsi di ricerca drammaturgica, attività in ogni caso sempre volte al dialogo e al confronto.
I VINI
I vini Feudo Croce prendono nome dall’omonima masseria di circa 20 ettari situata nel territorio di Carosino, dal 2011 di proprietà del veronese Gian Andrea Tinazzi, che la scoprì per caso durante una visita in Salento. Tinazzi comprese immediatamente la potenzialità dei vitigni autoctoni locali, principalmente primitivo, negroamaro e malvasia nera. Oggi Feudo Croce costituisce una delle due linee di vini pugliesi del gruppo Tinazzi (l’altra è Cantine San Giorgio). Questa linea è quella votata alla tradizione, che si riscontra nei metodi di coltivazione dei vitigni con il tipico sistema di allevamento ad alberello e nei profumi e sapori dei vini caratterizzati da un alto grado alcolico e molto fruttati. Espressione della cantina sono Imperio LXXIV (Primitivo di Manduria Dop), Megale (Negroamaro Salento Igp), Malnera (Merlot Malvasia Nera Igp), Alèa (Malvasia Bianca Puglia Igp, Rosso Puglia Igp). Attualmente Tinazzi produce tra il Veneto e la Puglia vini di alta qualità, venduti in oltre 30 Paesi. L’azienda è diventata una delle più interessanti realtà della viticoltura italiana, con oltre 100 ettari di vigneti di proprietà e un’ampia proposta di iniziative legate alla cultura contadina e all’accoglienza. I 65 ettari di vigneto in Puglia costituiscono il cuore della produzione.