RUFFANO (Lecce) – “Memoria Nueva. Storie di guardiani della terra” è un libro che nasce “dall’evoluzione di un piccolo-grande–pazzo sogno”. A presentarlo nel Salento lunedì 23 luglio alle ore 19.30, presso la bellissima Masseria Muto a Ruffano, ci sarà l’autore Agostino Petroni, originario di Andria, che ha vissuto in Sudamerica in tre comunità indigene in Brasile, Messico e Colombia per girare un documentario sulla loro resilienza gastronomica, insieme ad alcuni amici e al fratello Stefano. Dialogherà con Agostino e Stefano il designer Mario D’Aquino, proprietario della Biomasseria Muto, ristrutturata con cura e riportata a nuova vita nelle campagne di Ruffano.
Il libro, pubblicato da Castelvecchi Editore di Roma, nasce da un viaggio dell’autore, che ha vissuto quattro mesi, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, a contatto con le comunità indigene Kalunga (Chapada Dos Veadeiros, Brasile), Maya (Quintana Roo, Messico) e Wayuu (La Gujira, Colombia). È solo il primo passo di un progetto ambizioso, che vedrà a breve l’uscita dell’omonimo documentario, con l’obiettivo di creare consapevolezza: “Nel mondo ci sono comunità contadine, che ancora producono cibo sano in armonia con la natura, applicando la conoscenza della terra e le tecniche contadine, tramandate da generazioni per centinaia, migliaia di anni. La conoscenza è la memoria collettiva degli antenati, un codice di sopravvivenza sostenibile”.
Il gastronomo pugliese, che debutta nel mondo della scrittura con questo libro, si è formato alla Bocconi e all’Università di Scienze gastronomiche di Slow Food, ha vissuto a New York, dove per un periodo ha lavorato per Oscar Farinetti (fondatore di Eataly), prima di finire in Sudamerica a contatto con le tre comunità indigene per fare il documentario. Attualmente con l’Associazione “Save the Olives”, è impegnato nella lotta alla xylella fastidiosa, il batterio che sta uccidendo gli ulivi pugliesi.
Il libro – Quando parte per il Goiás, remota regione dell’entroterra brasiliano, Agostino ha venticinque anni e sa che la vita lo ha messo di fronte a un bivio. Sa che partendo ha scelto la via alternativa a quella che la laurea in Economia spianava davanti a lui. Quello che non può prevedere è l’esito che questo viaggio avrà sul suo mondo interiore. I quattro mesi che trascorre vivendo in tre comunità indigene del Sudamerica sono un susseguirsi di incontri e scoperte sotto il sole del deserto colombiano o tra i resti sconcertanti di una città maya inghiottita dalla foresta. Partito per documentare storie di resilienza gastronomica, il giovane viaggiatore si troverà a percorrere terre che sono confini vertiginosi, dove la civiltà contemporanea lambisce, ora insidiandolo ora rifuggendolo, il tempo immemore che impregna di sé luoghi e destini rimasti ai margini della “società globale”. E mentre con freschezza e discrezione annota lezioni da poter riportare a casa, Agostino si spoglia di ogni certezza precostituita e ritrova l’indigeno che è in lui.